Cesare Beccaria

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-rione di qualche suddito ; ma dice, che
nega solamente, che abbiano un giusto
diritto di poter così giudicare.
Io non
voglio qui. star a mostrare il marcio di
cotesta spiegazione ; ma seguiterò a ri­
portare.le ragioni con cui egli pensa d’
aver dimostrato che la morte 7iot\ è nè
utile , nè necessaria .
• Primieramente deduce l’inutilità deila
pena di morte dal falso supposto, che (a) (a )
non sia /’intensione della pena, che fac- 6s ‘
eia il maggior effetto sull>naimo umano ;
ma /’estensione di essa : perchè la nostra
sensibilità è più facilmente, e stabil­
mente mossa da minime , ma replicate
impressioni, che da un forte, ma passeg­
gierò movimento : ma ripeto che cotesto
è un falso supposto, perchè può ac­
cadete che moire impressioni d’un qual­
che oggetto non cagionino neppur la
metà del moto, che cagionerà una sola
impressione, ma forre; e quest’è tanto
evidente, che non merita più lungo ra-
. gionamento ; e perciò affermo che lo
spettacolo della morte fatta soffrire ad
; uno scellerato pubblicamente, spavente­
rà e raffrenerà sempre più gli spettatori,
che l’aspetto continuo d’ un uomo che
lavori nelle miniere. Oltre di che il
pubblico esempio delia morte eseguita
contro i rei, ha per molt’ altri riflessi
maggior energia di auello dei condannati
‘ ' X
Tomo III.
v.

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  • Page N°:145
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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