Gaetano Filangieri

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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confutazione di alcuni errori che la politica del secolo ha, malgrado i
suoi progressi, funestamente adottati; perché da questa dipende lo
stabilimento d’una verità che c’inte|ressa di sapere più di tutte le altre,
ma che ha bisogno di essere molto ben sviluppata, come quella che
urta contro una prevenzione comune.
Si crede da tutti che la virtù non possa allignare in mezzo
all’opulenza d’una nazione. Funesta opinione, alla quale noi dobbiamo
forse lo stato infelice della presente legislazione. Sarà dunque così
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infelice l’umanità, che essa debba essere o povera o viziosa? Oggi che
le ricchezze sono necessarie alla conservazione ed alla prosperità degli
Stati, la virtù dovrà forsi essere esclusa dalle società civili? L’agricoltura,
le arti, il commercio non potrebbero forsi essere esercitate da mani
virtuose? Il lusso istesso, che oggi è necessario per la diffusione delle
ricchezze, sarà forse incompatibile co’ buoni costumi? Lo spirito feroce
della guerra degli antichi, perché unito allo spirito di frugalità, doveva
forse esser più analogo alla virtù che lo spirito pacifico e laborioso dei
moderni, perché unito allo spirito di lusso? Questa è in vero l’opinione
comune de’ moralisti, ma noi ci prenderemo l’ardire di dimostrare che
questo è piut|tosto il loro errore comune. Noi faremo vedere che la
sola ignoranza delle diverse strade nell’apparenza opposte tra loro, ma
che in realtà derivano da un istesso principio e conducono ad un
istesso fine, ha potuto dare origine ad un errore così rattristante per
l’umanità; noi faremo vedere come una savia legislazione, servendosi
del gran mobile del cuore umano, dando una direzione analoga allo
stato presente delle cose, a quella passione principale della quale tutte le
altre dipendono, a quella passione che è nel tempo istesso il germe
fecondo di tanti beni e di tanti mali, di tante passioni utili e di tante
passioni perniciose, di tanti pericoli e di tanti rimedi, servendosi, io
dico, dell’amor proprio, potrà introdurre la virtù tra le ricchezze de’
55 Questa riflessione sul rapporto tra povertà e vizio potrebbe essere una elaborazione
dell’analoga contrapposizione fra povertà (intesa come virtù) e lusso (inteso come vizio)
tratteggiata da Mandeville, The fable of the Bees, cit., nota P; cfr. anche infra p. 40-44, nella
descrizione dei contenuti del libro VII, mai pubblicato.
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