LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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Sviluppati tutti questi articoli con tutto quel rispetto che si deve al
santuario ed a’ suoi ministri, noi volgeremo lo sguardo alle | leggi che
riguardano la proprietà, che saranno comprese nel VI libro di
quest’opera.
LIBRO VI
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Ogni dritto che ha un uomo di disporre d’una cosa esclusivamente
da ogni altro si chiama proprietà. Questa non può passare né per sempre,
né per un dato tempo, ad un altro, senza il suo libero consenso. Questo
consenso è o espresso, o tacito, o presunto. Garanti della proprietà di
ciaschedun cittadino, le leggi evitano la violenza ed il furto colla minac-
cia delle pene, evitano la frode e l’inganno col determinare le circostan-
ze che debbono accompagnare questo consenso per essere creduto va-
lido. Da qui derivano le solennità che si ricercano allorché è espresso, i
segni che lo palesano allorché è tacito, le congetture che lo fan suppor-
re allorché è presunto; da qui i requisiti legali che si ricercano nella per-
sona che lo dà; i diversi titoli co’ quali si può o per sempre, o per un
dato tempo, disporre in favore d’un altro, i diversi dritti che nascono
da questi diversi titoli e le diverse obbligazioni che ne derivano; da qui
la differenza legale tra’ patti e i contratti; da | qui i privilegi in favore
de’ minori e di tutti quelli che la legge considera come tali; da qui i
rimedi contro le lesioni; da qui la teoria delle prescrizioni; da qui
l’origine, la ragione e la sollennità de’ testamenti; da qui quella delle
delle leggi relative al culto pubblico (cap. XVII) e, finalmente, della tolleranza religiosa (cap.
XVIII)». Cfr. D. Tommasi, Elogio storico del cavaliere Gaetano Filangieri, in G. Filangieri, La scienza
della legislazione, I, Milano, Per Giovanni Silvestri, 1817, pp. 64-66.
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Mai scritto. Il Catalogo della libreria del Cav. D. Gaetano Filangieri, compilato il 29 settembre 1788, in
Napoli, Biblioteca del Museo civico “G. Filangieri”, mazzo 28, c. 1r, cita «Otto tomi della
Scienza della legislazione, in mano scritto dell’Autore stesso». Non risulta quindi che Filangieri
avesse lasciato altri volumi per la stampa.
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