LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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negli Stati | dispotici, l’onore nelle monarchie, la virtù nelle
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repubbliche, sono questi diversi princìpi motori .
Ma sopra quali prove, dice un celebre pensatore a , Montesquieu
poggia egli questo sistema? Sarà forse vero che il timore, l’onore e la
virtù sieno realmente le forze motrici de’ diversi governi? Non si
potrebbe al contrario dimostrare che una causa unica, ma varia nelle
sue applicazioni, è nel tempo stesso il principio comune d’attività in
tutti i governi, e che questa causa è l’amor del potere? Se è vero che l’amor
del piacere e l’avversione al dolore sono le due molle che fanno agire
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l’uomo , non vi vuol molto a vedere come l’amor del potere sia il vero
principio d’azione in tutti i governi, giacché quest’amor del potere
prende la sua origine nell’amore istesso del piacere. Ognun desidera
d’essere il più felice che sia possibile; ogni uno dunque desidera d’aver
tra le mani un potere che obblighi gli altri uomini a contribuire con
tutte le loro forze alla sua | felicità e questa è la ragione per la quale si
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desidera di comandarli. Questa è dunque una passione che nasce
coll’uomo, che è inseparabile dalla sua natura e che, essendosi renduta
più attiva collo sviluppo de’ sociali rapporti, è divenuta il vero e comun
principio d’azione degli uomini in tutt’i corpi civili, qualunque sia la
a
Elvezio de l’Homme, etc. [de ses facultés intellectuelles et de son éducation. Ouvrage
posthume de M. Helvétius, Londres, Société typographique 1773], sez. IV, cap.
XI 216 . La moltiplicità degli scrittori che han confutato il sistema di
Montesquieu m’induce a stabilire qui il mio, senza pensare a contrastare il
suo.
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Cfr. Montesquieu, Esprit des lois, III, 1-11.
215 Riferimento all’ampia discussione settecentesca sulla funzione del piacere e del dolore
nell’origine delle azioni umane, a proposito della quale Filangieri non prende qui posizione,
riassunta in A. Genovesi, Elementorum metaphysicae, parte III, Antropologia, cap. V, § 13 e in Id.,
Lezioni di commercio, parte I, cap. II, § I-VI.
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Helvétius, De l’homme, cit., IV, 4: «Par quelle raison est-on si avide d’honneurs et de dignités?
C’est qu’on s’aime, c’est qu’on désire son bonheur, et par conséquent le pouvoir de se le
procurer. L’amour de la puissance et des moyens de l’acquérir est donc nécessairément lié dans
l’homme à l’amour de lui même».
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Dettagli
- Page N°:123
- Publication:
- Author:Gaetano Filangieri