Cesare Beccaria

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gi penali si sanno almeno per viva tra­
dizione; e nondimeno le trasgrediscono ,
forse anche più , che non facciano quelle,
che le conservano scritte in qualche mor­
to linguaggio- -Ho dunque d’azzardare
-•qui e contrapporre ancor io un para­
dosso ? Un Codice di Leggi reso comu­
ne in torti i sensi , renderebbe gli uomi­
ni più cauti nd commettere il male ;
ma li farebbe più arditi nel commetter­
lo , e non sminuirebbe 3 anzi moltipli­
cherebbe i delitti *
Con rutto ciò il N. A. si mostra tan­
to persuaso del buon effetto^ che pro­
durrebbe un Codice di Leggi reso co­
mune a tutti , che crede poterne dedur­
re Cnon so quanto naturalmente, nè a
quale opportunità ) la seguente consc-
ras- 1. 4 guenza- Una conseguenza ( . dice egli ) di
arr. * quest*.ultime riflessioni è , che senza la
Scrittura una Soderà non prenderà mai
una forma fissa di Governo , in cui la
forza sia -un effetto .del tutto , e non del­
le parti . E poco sotto riflette che Da
ciò vediamo quanto sia utile la stam­
pa , che rende il Pubblico , > e non alcuni
pochi ) depositario delle Sante Leggi , e
quanto abbia dissipato quello spirito te­
nebroso di cabala, e d'intrigo, che spa­
risce in faccia ai lumi , ed alle scienze
apparentemente disprezzaie , e realmente
temute da lui* Poscia c:>n. una franchez­
za

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  • Page N°:34
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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