Cesare Beccaria

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ai tormenti, quasi tutti gli hanno sof­
ferti in una maniera , che si conosceva
eh’ erano veramente innocenti. -Sosten­
go però che non v’ è tempo in cui più
scopertamente traspiri l’innocenza, o 1 ’
iniquità d’ un uomo, quanto allorché si
trova in mezzo ai tormenti. Se un uo­
mo è veramente Filosofo , e che abbia
riflettuto molto sopra sé stesso, affermo
che potrà diventar tanto padrone di sé
medesimo , talché sia impossibile poter
conoscere, o dalle sue parole, o dall’
esterno suo portamento , se dica il ve­
ro , o il falso , se sia addolorato, o tran­
quillo , e se sia colpevole od innocente.
Cosa si deve poi giudicare di quest’ A.
il quale alla pag. 59. avanza francamen­
te, che è cosi poco lìbero il dire la ve­
rità fra gli spasimi, e gli strazj, quan­
to lo è r impedire gli effetti del fuoco ?
O egli ci vuole imporre allorché vanta
ia sua scienza nella storia , o ardisce di
voler ingannare il Pubblico ; perchè san­
no tutti esser innumerabilc il numero di
quei Cristiani, che hanno confermata la
loro fede in mezzo ai più atroci tor­
menti , e che hanno fatto altrettanto per­
fino i falsi Martiri delle sette Eretiche.
Noi siam9 adesso all’ ultimo colpo *
e come si dice al cannon di corsia, anzi
alio spazza campagne, che il N. A. ha
rivoltato coatro 1 ’uso delia Tortura
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  • Page N°:92
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  • Author:Cesare Beccaria
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