Cesare Beccaria

X 12.2 X
■ce;ceda il bene , che nasce dal delitto, e
in questo eccesso di male dei) essere cal­
colata 1 ' infallibilità della pena , e la
perdita del bene , che il delitto produr­
rebbe.: E conclude : che tutto il di pià
è superfluo, e tirannico . Ora siccome è
'cerco che alla fin dei conti nessun scel­
lerato ricava alcun bene dai suoi delit­
ti ; perciò, nessuno dovrebbe punirsi.
Ma le pene , ed i delitti non sono nè
linee, nè numeri capaci di equazioni.
Niente : è anche più metafisica quell’
altra proposizione: che uno spettacolo
troppo atroce non è che un passeggierò
furore .. Dunque secondo il N.. A. per
la ragion dei contrarii, quanto lo spet­
tacolo sarà manco atroce, tanto mag­
giore sarà Timpressione che dovrà fare;
a meno che non si dica, che tale spetta­
colo sia infinitamente più veloce nello
scorrere, che il fulmine il più. veloce.
O T Autore qui non ha parlato da sen­
no , o io non saprei cosa dirmi di que­
sta sua metafisica , perchè ha l’esperien­
za'e la ragione contraria, ed io nonio
posso aiutare in. nessuna maniera. Pur
nondimeno , quasi, che le dette sue ra­
gioni avessero persuaso e convinto tutto
il mondo, dà fuori in questa intemera­
ta , che ben si vede qual Tribunale,
e quali persone tolga empiamente di
mira. . Chi nel leggere le Storie ( egli

Dettagli

  • Page N°:122
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
Loading...