Cesare Beccaria

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eia alla molte dello scellerato, che abu­
sa di tutto , c presentandogli un facile
pentimento , ed una quasi certezza di
eterna felicità , diminuiscono di molto l*
orrore di quell’ultima Tragedia. Quin­
di passa a dire che farà però tacco il
contrario colui che si vede avanti agli
occhi un gran numero di anni , o anche
tutto il corso della vita , che passerei
he nella schiavitù , e nel dolore , in fac­
cia ai suoi concittadini, co' quali vive
libero , e sociabile.
Quanto mai va errato il N. A. se
crede veramente, che un uomo si pre­
cipiti a far 1 ’ Assassino dopo un simil
ragionamento , o commosso e persuaso
dalla forza delle riflessioni, •dalle tetre
ragioni, e dai disperati motivi, espressi
nello stesso ragionamento. Altri moti­
vi, altre cagioni, ed altri discorsi sono
quelli ch’impegnano uno scellerato a
gettarsi sopra una strada. Se tutti quel­
li eh’ hanno menata la lor vita tra gli
Assassini* fossero stati capaci d’intende­
re quelle riflessioni, e di farle , giam­
mai si sarebbero veduti degli Assassini.
Io mi maraviglio molto più del Nostro
Autore, perchè non abbia riflettuto pri­
ma d’idearsi quell’insano ragionamene
quanto venga a perdere la causa dell’
inutilità- della pena di morte, perchè si
sarebbe accorto, che se quell’infelice in

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  • Page N°:149
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  • Author:Cesare Beccaria
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