Cesare Beccaria

cntcmente qualche Protetto*
ere, e più dotto, e più sene-
pùi amante dei Letterati del ran­
camneet decantato Mecenate; c
conefsso che m i fa pena, in ve­
lieil N. A. il quale si mostra tan-
arziale de’ pregj di questo nostro
lo, siasi lasciato trasportare dalla
rente dei malcontenti sino a dire,
e nelle Leggi di tutte le Nazioni del
t d' oggi si osserva un silenzio univer­
sael ; perchè cosa importa che le Leggi
non abbiano stabiliti espressamente dei
prem j per le azioni virtuose, quando
è certo che tutte le Leggi ad altro non
sono dirette , che a rendere i Sudditi
virtuosi osservatori delle medesime , af­
fine che i Cittadini si possano acquista­
le la grazia e le ricompense dei So­
vrani ?
Si rifletta di vantaggio a questo stesso
proposito, che non si è mai trovato un
Secolo^ in cui, come nel nostro , la vir­
tù dei Cittadini sia stata più sicura di
trovare onori e ricompense. Nei tem­
pi più felici e più illuminati della Ro­
mana Repubblica non v’era niente di
fisso , nè per la virtù, nè per le Arti, ~
nè per le Scienze; presentemente più d’
un terzo delle rendite di quasi tutti gli
Stati di Europa sono destir *
uomnii d i merito, e per

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  • Page N°:228
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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