Alessandro Maurini

Alessandro Maurini
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STORIA DEL PENSIERO POLITICO 1/2017
L’urgenza della questione è incombente: è evidente il rischio, da cui
già Bobbio metteva profeticamente in guardia ben prima che gli storici
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subentrassero nel dibattitto , che i diritti umani, cioè il protagonista
assoluto delle agende politiche nazionali e internazionali, diventino, di
fatto, un’ideologia. Un rischio, questo, che è in pratica già una tenden-
za, stando al ruolo sempre più centrale che lo human rights idealism sta
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assumendo nel più recente dibattito . Una tendenza da invertire, per
evitare che i diritti umani diventino un’etichetta, una bandiera inat-
taccabile – d’altronde, «chi è che oggi si oppone ai diritti umani?»
– dietro cui non esistono valori ben definiti. E per evitare che i paesi e
le organizzazioni internazionali li definiscano a proprio piacimento a
seconda delle occasioni per giustificare le loro decisioni.
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«Nonostante gli innumerevoli tentativi di analisi definitoria, il linguaggio dei diritti
resta molto ambiguo, poco rigoroso e spesso usato retoricamente» (N. Bobbio, L’età dei
diritti, Torino, Einaudi, 1990, p. XX).
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Cfr., passim, S.-L. Hoffmann, op. cit.; L. Hunt, The long and the short of the History
of Human Rights, in «Past and Present», 233 (2016), pp. 323-331; S. Moyn, The End of
Human Rights History, in «Past and Present», 233 (2016), pp. 307-322.
S.-L. Hoffmann, op. cit., p. 279.
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