Cesare Beccaria

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sia utile o dannoso alla N azione il la­
sciare una perpetua libertà di assentarsi
a ciascun membro di essa.
Ógni legge, che non sia arm ata, o
che la natura delle circostanze renda in­
sussistente , non deve promulgarsi ; e
come su gli animi
regna 1’ o p in io n e,
che ubbidisce alle lente ed indirette im­
pressioni del L egislatore, che resiste al­
le dirette e violenti ; così le comunica­ leggi inu­
tili disprezzate dagli uomini
no il loro avvilim ento alle leggi anche
piti salutari , che sono risguardate più
com e un ostacolo da superarsi , che il
deposito del pubblico bene.
timenti Anzi se sono , come limitati, fu detto, quanta i nostri venera­ sen­
zione gli uomini avranno per oggetti
estranei alle leggi, tanto meno ne re­
sterà alle leggi medesime. Da questo
principio pubblica felicità il saggio può trarre,alcune dispensatore della utiìi
conseguenze * che esponendole mi allon­
tanerebbero troppo dal mio soggetto ,
che è di provare l’inutilità di fare deL
lo Stato-una prigione. Una tal legge
è inutile , perchè a meno che scogli in­
accessibili > ornare innavigabile, non
dividano un paese da tutti gli altri, co­
me chiudere tutt’ i punti della circon­
ferenza di esso , e come custodire i cu-
stodi ì Chi tutto trasporta non può da ,
H

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  • Page N°:19
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