Cesare Beccaria

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di un Giudice di una facile , o ma sa­
na digestione; dipenderebbe dalla violen­
za delle sue passioni, dalla debolezza di
chi soffre, dalle relazioni del Giudice
coll’ offeso , e da tutte quelle minute
forze , che cangiano le apparenze di o-
•gni oggetto nell’ animo fluttuante dell’
uomo . Quindi veggiamo la sorte di un
Cittadino cambiarsi spesse volte nel pas­
saggio vite de’ che miserabili fa a diversi essere Tribunali-, la vittima e dei le
falsi raziocini*! , o dell’ attuale fermento
degli umori di un Giudice, che prende
per legittima interpetrazione il vago ri­
sultato di tutta quella confusa serie di
nozioni, che gli muove la mente . Quin­
di veggiamo gli stessi delitti dallo stesso
Tribunale puniti-diversamente in diversi
tempi, per aver consultato non la co­
stante e fissa voce della Legge , ma ¥
errante istabilità delle interpretazioni*
Un disordine, che nasce dalla rigoro­
sa osservanza della lettera di una legge
penale non è- da mettersi in confronto
eoi disordini , che nascono dalla inter­
petrazione . Un tale momentaneo incon­
veniente spinge a fare la facile e neces­
saria correzione alle parole della Legge,
che sono la cagione dell’incertezza ; ma
impedisce la fatale licenza' di ragionare,
da cui nascono le arbitrarie e venali con­
troversie* Quando u n Codice fisso d i
Leg-
.
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  • Page N°:35
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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