Cesare Beccaria

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care in quel suo libro tutte le azioni ,
•e . soltanto le azioni che ledono o l’in-
riero corpo dello sfato , o il rappresen­
tante di «sso, o gl’Individui che lo com­
- , ma non perciò risguarda come
pongono
detestabili lecite, oneste, tutte le non azioni, biasimevoli che non ', non of­
fendono lo stato o i proprii Concittadi­
ni . L’assassinio d’ uno straniero inno­
cente, la buona fede tradita contro un
forestiero, 1 ’ ingratitudine verso un viag­
giatore patti litti Politici sociali, benefico , c ma in , questo son non Delitti son senso lesioni in non un De­ de’ al­
tro senso , sono iniquità , sono scelle-
r-aggini , son furfanterie . Le riconosce
per tali il nostro Autore, giacché tanto
commenda, onora ed ama, come di so-
"pra notammo , tutte le veraci e belle
virtù, ed abborrisce a segno tutt’ i vi-
zii contrarii, che dichiara illecito e in­
giusto, anche in tempo di guerra, ogni
'male che facciasi all’inimico al di là del
mero c solo necessario al bisogno.
Non son Io dunque che giustifico il
nostro Anonimo dalle nere tacce di di­
scepolo dell’antico Anassarco, e del mo­
derno Hobbes, peggior di quello. Egli
giustifica sè medesimo , ed io non ho
fatto che rilevarlo, mostrando che il
vero interpetre de’ libri è il contesto ,
< eche i commenti de’passi oscuri ed equi­
voci

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  • Page N°:67
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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