Cesare Beccaria

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sono forzati ad un lavoro continuo per
vivere glie, ove è e : il popolano. le travaglio occasioni ; Forzate essi del vizio prendono gli mancano uomini mo­
al lavoro, e li renderete persone oneste.
Alla campagna non si commettono i gran
delitti fuori che quando vi sono troppe
feste, che forzano l’ uomo all’ozio, e
10 conducono alla dissolutezza .
Un Cittadino Romano non era con­
dannato a morire che per delitti interes­
santi la salute dello Stato . I nostri pri­
1 mi 1sangue Legislatori, de’loro Compatriotti e Padroni rispettavano ; noi pro­
digalizziamo quello de’ nostri .
E* stata per lungo tempo agitata la
messo delicata a’ e Giudici funesta il questione, punire con se sia pena per­ di
morte in quei casi , ne’ quali la legge
non pronunzia espressamente l’ultimo
supplizio. Questa difficoltà-fu solenne­
mente dibattuta davanti 1 ’ Imperatore
Arrigo IV ., che giudicò (a), e decise
non avere avuto, nò avere alcun Giu­
dice questo diritto. ^
..
Vi sono degli affari criminali o im*
previsti, o talmente complicati, o ac­
compagnati da circostanze tanto bizzar­
re , che la Legge è stata forzata in più
di
T.Iomo
N - ,
-*
*
(a) Sodino de Republica libili*
0

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  • Page N°:103
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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