Cesare Beccaria

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§. X.
Dei la penadi morte *
£ Già gran tempo, che si è detto y
che un uomo impiccato-non produce al­
cun buon effetto , e che i castighi in­
ventati pel bene della Società devono
essere utili alla Società medesima. E*-
evidente, che venti ladri forti e vigoro­
si, condannati a’ lavori pubblici in* vi­
ta , servono lo Stato per mezzo di un
castigo, che al Boja, oche il la quale loro morte è pagato non- per fa bene arr>
mazzare gli uomini in pubblico-. In In­
ghilterra $r-puniscono di rado i ladri con
pena di morte; ma si trasportano nelle
Colonie . L’ istesso si fa ne’vasti Stati
della Russia ; e non è stata mai esegui­
ta alcuna sentenza di morte sotto 1 *im­
pero dell’'Autocratriee Elisabetta. Can­
terina IL-, che le è succeduta con un
genio molto superiore, seguita la medé­
sima massima I delitti non si sono pun­
to moltiplicati per questa umanità, e
accade quasi sempre che i colpevoli- ri­
legati in- Siberia vi diventino- uomini
dabbene. S-i osserva l’ istesso nelle Co­
lonie Inglesi, ( Questa felice' mutazione
ci fa maraviglia* ma non vi è cos1alcu­
na di più naturale. Tali condannati.
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  • Page N°:102
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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