Cesare Beccaria

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insorgono contro le T o rtu re, che si
fanno soffrire agli accusati per estorcer­
ne la confessione . La legge non gli ha
ancora condannati, e nell’ incertezza del
loro delitto loro s* inflige una pena mol­
to più orribile delia morte , che loro si
dà quando è certo che la m eritano. Oh !
io non so per anche se tu sei colpevole ;
per saperlo bisogna che io ti tormenti;
e se sei innocente , io non purgherò le
mille morti , che ti ho fatto soffrire in­
vece di una sola che io ti preparava I
Ciascuno trema a questa idea . Io non
dirò qui che S. Agostino esclami contro
la tortura nella sua Città di Dio. Io
non dirò che a Roma non si facesse su­
bire ad altri che agli schiavi. e che Quin­
tiliano sovvenendosi che gli schiavi so­
no uomini, disapprovi simil barbarie. »
Quando non vi fosse che una Nazio­
ne sopra la terra, che avesse abolito 1 ’
uso della tortura , se non v i sono più
delitti appresso tal Nazione» che appres­
so un’altra; se per l’altra parte ella è
più illuminata, e più florida dopo que­
sta abolizione, il suo esempio deve se­
guirsi da tutto il restò del inondo inte­
ro. Tutto è dunque deciso .
De’popo­
li che si piccano di essere c u lti, non si
piccheranno di essere umani ? Si ostine­
ranno essi in una pratica disumana sul
pretesto solo di essere in uso ? JRìserva-
N
re

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  • Page N°:107
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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