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di un infelice, come con iniqua freddez
za insegnano alcuni Dottori, che si dan
è rà no quasi In a ai chi vista Giudici mai non di stata riflette questi per la norma legislatrice principii che , la e ragione per strano delle Legge par Na non .
zioni , che i delitti, o più atroci , o più
oscuri e chimerici , cioè quelli, de’quali
1’ improbabilità è maggiore, sieno prova
ti dalle congetture, e dalle prove più de
boli ed equivoche; quasi che le Leggi,
c il Giudice abbiano interesse non di cer
care la verità, ma di provare il delitto ;
quasi che di condannare un innocente
non vi sia tanto maggior pericolo , quan
to la probabilità dell’ innocenza supera
la probabilità del reato . Manca nella
maggior parte degli uomini quel vigore,
necessario egualmente per li grandi de
litti, che per le grandi virtù ; per cui pare
che gli uni vadan sempre contemporanei
colle altre in quelle Nazioni , che più
si sostengono per 1 ’ attività del Gover
no , e delle passioni cospiranti al pub
blico bene, che per la massa loro , o
la costante bontà delle Leggi . In que
ste le passioni indebolite sembran più
atte a mantenere , che a migliorare la
forma di Governo. Da ciò si cava una
conseguenza importante , che non^ sem
pre in una Nazione i grandi delitti pro
vano il suo- deperimento.
Tomo I.
D
§.
Dettagli
- Page N°:211
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria