Cesare Beccaria

X 4 9X
di un infelice, come con iniqua freddez­
za insegnano alcuni Dottori, che si dan­
è rà no quasi In a ai chi vista Giudici mai non di stata riflette questi per la norma legislatrice principii che , la e ragione per strano delle Legge par­ Na­ non .
zioni , che i delitti, o più atroci , o più
oscuri e chimerici , cioè quelli, de’quali
1’ improbabilità è maggiore, sieno prova­
ti dalle congetture, e dalle prove più de­
boli ed equivoche; quasi che le Leggi,
c il Giudice abbiano interesse non di cer­
care la verità, ma di provare il delitto ;
quasi che di condannare un innocente
non vi sia tanto maggior pericolo , quan­
to la probabilità dell’ innocenza supera
la probabilità del reato . Manca nella
maggior parte degli uomini quel vigore,
necessario egualmente per li grandi de­
litti, che per le grandi virtù ; per cui pare
che gli uni vadan sempre contemporanei
colle altre in quelle Nazioni , che più
si sostengono per 1 ’ attività del Gover­
no , e delle passioni cospiranti al pub­
blico bene, che per la massa loro , o
la costante bontà delle Leggi . In que­
ste le passioni indebolite sembran più
atte a mantenere , che a migliorare la
forma di Governo. Da ciò si cava una
conseguenza importante , che non^ sem­
pre in una Nazione i grandi delitti pro­
vano il suo- deperimento.
Tomo I.
D
§.

Dettagli

  • Page N°:211
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
Loading...