LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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un grado eminente i caratteri tutti del cittadino e del filosofo letterato?
Direi la sagacia dell’ingegno e la perenne facondia, che per lungo corso
d’anni vi costituì la lingua, l’interprete e l’anima de’ supremi consigli,
dove sedeste giudice sapiente ed incorrotto. Direi l’acceso amor della
patria, la piena della eloquenza, con che zelante oratore gli animi
signoreggiaste del corpo sovrano della Repubblica, quando si trattò di
promulgar nuove leggi o di vegliare alla custodia delle antiche;
immortali benefici codesti, che a me pure, siccome a fedel suddito di
questo augusto dominio appartenendo, non è già arroganza la mia il
porgervene anch’io tardo, sì, ma solenne ringraziamento. Direi la
immensa lettura, la vasta erudizione in ogni genere di scienze e d’arti, lo
spirito profondo ragionatore, il buon gusto più squisito, che parlator
copioso vi rendono in qualunque argomento, scrittore egregio in
qualunque stile. Direi le opere immortali, se a pericolo di morte non le
aveste colla negligenza dell’uom di genio Voi medesimo esposte. Parlo
di quelle poesie or nel toscano or nel vinizian dialetto, or in grave, ora
in dilicato e gentile subbietto da Voi composte, da natura egualmente
inclinato agli audaci stupendi voli di Pindaro, e alle più fine e leggiadre
grazie di Anacreonte. Parlo di quegli eccellenti squarci di storia civile,
che avete a sì pochi comunicati, e di cui suona nondimeno tant’alto la
fama. Parlo soprattutto di quella prodigiosa versione di tutte le orazioni
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di M. Tullio, da Voi nel vernacolo nostro idioma recate , che propagar
dovevano gli esempi dell’ottima eloquenza, che essere dovevano la
maraviglia e l’istruzione e non saranno pur troppo che il desiderio e il
dolore della posterità, se ora disperse e smarrite non tornano dai gelosi
scrigni degli amici al gabinetto del benemerito autore, che loro
prestavale appena uscite dalla penna, con una liberalità tutta propria del
dovizioso, d’ingegno cioè, non d’oro, poiché questi quanto è più ricco,
altrettanto più avaro si dimostra, laddove quegli si fa arricchendo
ognora più largo de’ suoi tesori, poiché sentesi nell’anima un fondo
inesausto di sempre nuova ricchezza. O maestoso, o espressivo, o
4 Si tratta della traduzione in veneziano delle Orationes di Cicerone, mai pubblicata.
Dettagli
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- Author:Gaetano Filangieri