Gaetano Filangieri

l’opposto; che egli non può osservare tutto ciò che fa passare per buoni gli altri uomini, perchè i bisogni dello Stato l’obbligano spesse volte ad operare contro l’umanità e contro la religione; che dee piegare il suo spirito secondo soffia il vento della fortuna, senza allontanarsi dal bene, finché si può, ma anche senza farsi uno scrupolo di commettere il male quando gli giova; che questo nuovo Machiavelli procura finalmente di stabilire il vizio accanto a’ troni, tutta l’umanità si scaglierà contro di lui e la pubblica disapprovazione sarà il giusto premio della sua bassezza.
Era forse desiderabile una riforma nelle leggi in un tempo nel quale
coloro che dovevano proporla e dirigerla pensavano e scrivevano a
questo modo? Ma a tutti questi vantaggi se ne aggiugne un altro, forse
il più necessario ma il più difficile ad ottenersi. Questo è il dritto di
poter proferire impunemente la verità a’ principi.
Si sa che in questi ultimi tempi un suddito di un gran re dell’Europa,
desti|nato a parlare al suo principe nella più augusta cerimonia dello
Stato, nel momento della sua coronazione, momento nel quale in altri
tempi si stringevano le catene de’ popoli, in questo momento, io dico,
questo suddito coraggioso ardì di chiamare il suo re innanzi al tribunale della pubblica opinione, ricordandogli che questo tribunale dovrebbe un giorno giudicarlo; ed ebbe il coraggio di mostrargli in picciola distanza quel punto nel quale finiscono i suoi dritti e cominciano i suoi e indispensabili doveri . Questo linguaggio, che fin da che la Grecia è decaduta,da che Roma ha lasciato d’esser libera, più non si è inteso fra e Su questo tuono è lavorata la celebre orazione del vescovo di Aix, pronunciata alla presenza di Luigi XVI nel giorno della sua coronazione a Reims.

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