LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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delle truppe e ’l celibato de’ guerrieri; la miseria che cagiona ne’ popoli
il loro mantenimento e il voto che lascia nella generazione il loro
celibato; il doppio ostacolo che questo abuso cagiona alla popolazione
e lo spavento che reca alla libertà del cittadino; osservando i progressi
dell’incontinenza pubblica e la sua origine, la povertà che la fa nascere e
il celibato violento d’alcune classi de’ cittadini che la fomenta; gli errori
della giurispru|denza che la proteggono e la sterilità che n’è la
conseguenza; osservando, io dico, questi ed altri simili mali che oppri-
mono l’Europa, noi non stenteremo molto a trovare le vere cause e i
veri ostacoli che impediscono i progressi della popolazione delle nazio-
ni che l’abitano e non stenteremo molto per conseguenza a trovare gli
opportuni rimedi che una savia legislazione vi dovrebbe opporre.
Sviluppata con questo metodo e con questi princìpi quella parte
delle leggi politiche ed economiche che riguarda la moltiplicazione della
specie, noi rivolgeremo lo sguardo all’altr’oggetto di queste leggi: noi
cominceremo a parlare delle ricchezze.
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Se questo era un oggetto sterile per la politica d’alcuni secoli , ne’
quali la povertà era il primo grado della virtù dell’uomo e del cittadino,
oggi è divenuto il primo principio della felicità delle nazioni. Questa
riflessione ci trasporterà all’esame d’una verità che c’interessa molto di
sapere; cioè, che noi dobbiamo tutto alla corruzione e che per giugnere
alla grandezza noi abbiamo dovuto abbandonare quelle virtù | che vi ci
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facevano pervenire gli antichi . Strano prodigio della volubilità degli
uomini! L’industria, il commercio, il lusso e le arti, tutti questi mezzi,
che altre volte contribuivano ad indebolire gli Stati e che forse resero
Tiro la preda d’Alessandro e Cartagine quella di Scipione, sono oggi
divenuti i più fermi appoggi della prosperità de’ popoli. Ed in fatti da
che il tempo della fondazione e del rovesciamento degl’imperi è
passato, da che non si ritrova più l’uomo innanzi al quale la terra
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V: manca la parola «secoli».
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Si tratta di un passo ripreso dalla prefazione posta da B. Mandeville a The fable of the Bees, or,
private Vices, publick Benefits, London, s.t., 1729, noto probabilmente a Filangieri attraverso A.
Genovesi, Lezioni di commercio o sia d’economia civile da leggersi nella cattedra interiana, Napoli, nella
stamperia Simoniana, 1765, parte I, cap. X e parte II, cap. VII.
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Dettagli
- Page N°:27
- Publication:
- Author:Gaetano Filangieri