Gaetano Filangieri

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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sospetti dell’ignoranza, supposti i clamori degl’interessi privati che si
debbono urtare, sempre più strepitosi e più seducenti delle grida
dell’interesse pubblico; supposte le congiure dell’invidia; supposta
finalmente la cieca venerazione del volgo in favore di tutto quello che è
antico e il suo irritante disprezzo per tutto quello che è nuovo, anche
pel bene istesso che si fa sotto i suoi occhi; supposto tutto questo, io
dico, non saranno piccioli gli ostacoli che la politica ci offre a superare,
allorché si tratta di abolire l’antica legislazione d’un popolo per
sostituirgliene un’altra più adattata allo stato presente della nazione che
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deve riceverla .
Queste interessantissime riflessioni, comprovate dalla ragione e
dall’esperienza, m’inducono a proporre qui alcuni rimedi atti a
dissipare, o almeno a diminuire, la resistenza di questi ostacoli.|
Il primo passo che si deve dare è di fare in maniera che il pubblico
desideri questa riforma. Per ottener questo fine bisogna che gli animi si
preparino. Quest’apparecchio non si può fare in un istante. Fa duopo
far sentire a’ cittadini l’inefficacia delle antiche leggi. Questo può
ottenersi attribuendo alla legislazione tutte le cause de’ disordini e
questo è uno de’ casi ne’ quali il governo deve ricorrere al genio. Allora
la penna degli scrittori, diretta dall’amministrazione, aprirà la strada alla
nuova legislazione. Essa istruirà il pubblico negli errori delle antiche
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leggi e ne’
mali che ne derivano. Essa farà vedere a’ cittadini la
necessità che ci è di abolirle. Allora finalmente la voce dell’istruzione,
unita alle mire del governo, dissiperanno uno de’ maggiori ostacoli,
qual è il cieco trasporto della moltitudine per l’antica legislazione. Nello
stato presente delle cose, questo preparamento è di già fatto.
Le migliori penne si sono impegnate a scuotere l’ignoranza pubblica
su questo articolo. Lo stato informe della legislazione della maggior
parte delle nazioni europee è stato dipinto co’ | colori più vivi.
134 Nell’inizio del capo VII Filangieri sembra aver tenuto presente la critica di Diderot ai
despoti illuminati contenuta nel fascicolo del 15 agosto 1772 della Correspondance littéraire di
Grimm e in parte ripresa da Raynal, Histoire, cit., tomo VII, pp. 216-217 (Goggi 1980: 118-119).
N: ne’, V: de’.
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