Gaetano Filangieri

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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che stabilì Antipatro in Atene;
se, finalmente, il tempo distrugge le
famiglie e distruggendole distrugge l’aristocrazia istessa, le leggi che
suppliscono a queste perdite, e che prevengono questi mali, saranno le
più necessarie e le più adattate alla natura di questo governo.|
Finalmente, giacché lo spirito dell’aristocrazia non permette di
lasciare al popolo niuna parte del governo, le leggi debbono invigilare
affinché queste parti siano almeno bene distribuite nell’istesso corpo
degli ottimati. Esse debbono distinguere quello che si appartiene di
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farsi a
tutto il corpo de’ nobili, da quello che si appartiene al senato e
da quello che si appartiene ai magistrati. Senza questo metodo, senza
questa distribuzione, il disordine regnerà da per tutto e l’aristocrazia
sarà il peggior governo di tutti, poiché l’anarchia è più funesta del
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dispotismo istesso .
Fissata questa distribuzione, le leggi debbono conservarla. Esse
debbono creare una ma|gistratura destinata a conservare l’equilibrio
nelle diverse parti del governo. In tutte le repubbliche, così
aristocratiche come democratiche, bene ordinate, questo rimedio non
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Egli volle che tutti quei cittadini che avevano duemila dramme non fossero
esclusi dal dritto del suffragio. Diodoro, lib. XVIII 176 .
k Non vi è governo più vizioso di quello ove l’autorità è divisa, senza che
niuna potestà dello Stato sappia precisamente il grado che se le appartiene.
Questo era lo stato deplorabile degli Svezzesi prima del governo di Gustavo
Vasa. Le pretensioni opposte del re, del sacerdozio, della nobiltà, delle città,
de’ cittadini, formavano una specie di caos, che avrebbe cento volte cagionata
la rovina del regno, se i popoli vicini non fossero stati immersi nella
medesima barbarie. Gustavo Vasa, riunendo nella sua persona una gran parte
di questi diversi poteri, strascinò il governo nel dispotismo, ma gli Svezzesi
furono meno infelici sotto il dispotismo di Gustavo che sotto l’antica
anarchia.
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N: farsi a, V: fare da.
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Diodoro Siculo, Biblioteca storica, XVIII, 18, 4-5; Filangieri trae però la citazione di Diodoro
Siculo da Montesquieu, Esprit des lois, II, 3, e dalla relativa nota, riferita da Montesquieu
all’edizione Bibliotheca Historiae libri XV studio et labore Laurentii Rhodomani Cherusci, Hanoviae,
Typis Wechelionis, 1604, p. 601.
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  • Page N°:96
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