LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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nobili, il quale rifletta sulla nazione lo splendore che egli riceve dal
trono e che, situato tra il monarca ed il popolo, indebolisca gli urti che
questi due corpi si potrebbero dare se non fossero ritardati da un
mezzo che li separa. A tutti questi oggetti deve dunque il legislatore
dirigere le sue mire, per adattare le sue leggi alla natura del governo
monarchico e per correggere i vizi e prevenire i mali a’ quali è esposta
questa specie di costituzione.
Io non entro nel dettaglio de’ mezzi che la legislazione deve
impiegare per riuscirvi, giacché, come si è potuto osservare nel piano
che ho premesso, io ne debbo parlare in vari luoghi di quest’opera, nei
quali la distribuzione delle mie idee mi trasporta. Quello che ne ho
detto qui, basta per dare un’idea generale degli oggetti che
costituiscono il rapporto delle leggi colla natura del governo
monarchico e del gran principio col quale debbono essere ideate e
dirette.
Ma, oltre queste tre specie di governi dei quali si è parlato, ve n’è
un’altra, la quale non è assolutamente né monarchia, né aristocra|zia,
né democrazia, ma un misto di tutte queste tre diverse costituzioni che,
quando non è ben riparata dalle leggi, partecipa più de’ vizi inerenti a
ciascheduna di esse, che de’ vantaggi che vi sono uniti; che è stata più
lodata da’ politici del secolo che analizzata; che Montesquieu istesso
non ha conosciuta a fondo e che è esposta ad un pericolo che non
sovrasta alle altre, cioè di cadere nel dispotismo, senza che la
costituzione ne venga alterata, di soggiacere ad una tirannia reale, senza
perdere una libertà apparente.
Questo è il governo d’una nazione che da un secolo a questa parte
richiama a sé tutti gli sguardi dell’Europa e che oggi è stata nel procinto
di richiamarne le lagrime; questo è il governo della Gran Brettagna,
dove il principe non può niente senza la nazione, ma può tradirla
sempre che vuole; dove il voto del pubblico è quasi sempre contrario
alla pluralità dei suffragi di coloro che lo rappresentano; dove si
prendono per sintomi di libertà quelli che infelicemente non son altro
che compensi dell’oppressione; e dove, per disgrazia dei suoi abi|tatori,
ci è più licenza che libertà. Esaminiamo dunque i princìpi e le regole
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Dettagli
- Page N°:102
- Publication:
- Author:Gaetano Filangieri