LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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degli eredi del trono andavano ad espiare la disgrazia d’avere
acconsentito all’amore del più abbominevole degli uomini? Non fu
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forse colle mani delle due Camere che egli accese i roghi, dove i
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Non
migliori cittadini dello Stato andavano a terminare i loro giorni?
fu forse | il parlamento quello che stabilì che la semplice volontà del re
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avrebbe vigor di legge? Tutte le bestemmie della tirannia non furono
forse adottate dal parlamento come tanti princìpi di giurisprudenza
sotto il suo regno? La somma de’ delitti di fellonia non divenne forse
più numerosa e più bizzarra nel codice anglicano che nella
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giurisprudenza de’ Neroni e de’ Tiberi?
di dominare sugli spiriti come sui corpi, questa
mania che è costata
tanto cara al genere umano, non fu forse legittimata da questa augusta
assemblea? Qual differenza passa tra l’istoria di questo principe e quella
de’ mostri più spaventevoli che hanno imbrattato di sangue i troni su i
quali sedevano, se non che gli ultimi han fatto con mano tremante
quello che Arrigo fece colla maggior sicurezza sotto l’ombra del
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La mania comune de’ tiranni
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parlamento?
Nel difetto di qualunque altra ragione, | questo tratto solo
dell’istoria della Gran Brettagna ci dovrebbe bastare a persuaderci che
ne’ governi misti di questa natura il re potrà sempre fare quel che
vuole, potrà anche opprimere la nazione senza alterare la costituzione e
senza esporre ad alcun rischio la sua persona, basta che abbia l’arte di
corrompere l’assemblea che rappresenta la sovranità. Egli ne ha i
mezzi. Come dunque impedirgliene l’uso senza distruggere la
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Statuto 13 d’Arrigo VIII, cap. 8 198 .
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Filangieri si riferisce all’esecuzione di John Fisher, vescovo di Rochester, e del cancelliere
Thomas More.
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La fonte di questo accostamento tra la fellonia nel mondo inglese con le età di Nerone e
Tiberio è Linguet, in «Annales politiques etc.», I, p. 297 (Venturi 1962: 618).
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N: questa, V: una.
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N: cap. 8, V: cap. 3; Si tratta di un errore tipografico in quanto la legge citata è lo statuto 31,
cap. 8 di Enrico VIII; la fonte è Blackstone, Commentaires, cit., I, 7, p. 394.
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