LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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Per esempio: dove ci è dispotismo, dice egli, non ci è virtù . Io lo
concedo; ma perché? Perché, quando il governo è puramente
arbitrario, quando l’autorità sovrana è tra le mani d’un tiranno, per lo
più educato tra le mura d’un serraglio e fra gli intrighi d’una truppa di
cortigiani avidi e corrotti, egli non sceglierà sicuramente per suoi
ministri, senonché i complici o almeno i fautori de’ suoi vizi. In questo
paese non si vedrà né un Aristide, né un Cimone, perché col soccorso
delle loro virtù e de’ loro talenti non si perverrebbe mai ad ottenere
una porzione di potere, che non può essere che l’emanazione
dell’autorità del più corrotto degli uomini. Là il vizio, l’indecenza, la
crapula, la dissolutezza, le voluttà vergognose, l’oppressione,
l’ingiustizia, la rapina, la frode, la bassezza, sono onorate, approvate,
autorizzate, ricompensate dal potere supremo, applaudite dalla voce
pubblica, legittimate, per così dire, dal consenso tacito d’una | società
che non ardisce di reclamare. Là il favorito è superiore all’eroe. Là il
traditore della patria diviene il più potente cittadino dello Stato. Là
colui che non è oppressore è oppresso. Là l’uomo virtuoso procura di
nascondere le sue virtù. Là, finalmente, il più coraggioso procura di
comparire il più vile, perché il valore e le virtù sono niente ove il
despota è tutto. Per meglio sviluppare questa verità, io ricorro ad un
fenomeno politico. Supponiamo che salga sul trono di questa nazione
un despota uomo da bene. Voi vedrete in un istante le cose cambiare
d’aspetto. Ogni uno cercherà di rendersi utile al pubblico e tutta la
destrezza dell’ambizione si ridurrà a rendersi, o almeno a mostrarsi,
degno delle cariche alle quali si aspira. La voglia di piacere all’eroe
passaggiero che è sul trono formerà, è vero, una quantità d’ipocriti in
questa nazione, perché la virtù non ha il tempo di distendervi le sue
radici, ma quest’istesso è un omaggio glorioso ed utile che il vizio rende
alla virtù, onorandosi anche delle sue apparenze. Il virtuoso romperà
quel velo col quale nascondeva le sue virtù e co|lui che non lo era
procurerà di divenirlo, o almeno d’apparirlo. Ecco come la virtù ha
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Cfr. Montesquieu, Esprit des lois, III, 9.
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- Author:Gaetano Filangieri