LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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Senza un gran merito si può sperare qualche cosa dal senato, ma senza
un gran merito non si può sperar niente dal popolo. L’istoria di Roma e
di Atene mi offre una prova di questa verità. Si sa che in Roma, dopo
che il popolo ottenne con tanto strepito il dritto di potere innalzare alle
cariche i plebei, non poteva risolversi ad eleggerli d ; e | ed in Atene,
222 si potessero scegliere i
quantunque per una legge d’Aristide
e
magistrati da tutte le classi, non avvenne giammai, dice Senofonte ,che
la plebe domandasse quelle che potevano compromettere la sua salute
e la sua gloria. Ci è un altro vantaggio nell’elezione del popolo. Il
popolo non esamina i talenti o le virtù private ed occulte; in questa
ricerca si potrebbe ingannare. Egli non si determina, dice Montesquieu,
che dalle cose che non può ignorare e da’ fatti che cadono sotto i suoi
223
occhi .
d Chiedendo il popolo che i plebei fossero anche ammessi al consolato fu
stabilito per placarlo che si creassero quattro tribuni con potestà consolare, i
quali potessero essere così plebei come nobili. Allorché si venne all’elezione
di questi tribuni, furono tutti e quattro presi dalla classe de’ nobili. Onde
Livio dice: «Quorum comitiorum eventus docuit alios animos in contentione
libertatis et honoris, alios secundum deposita certamina in incorrupto iudicio
esse» (citazione di Livio). È troppo noto l’espediente preso da Pacurio Calano
in Capua per prevenire la sedizione che era per scoppiare in questa città
contro il senato. Macchiavelli, dopo aver minutamente descritto questo
avvenimento, ne deduce una gran verità: che se il popolo s’inganna qualche
volta nel generale, non s’inganna mai nel particolare; che egli pesa colla vera
bilancia i meriti di coloro a’ quali vuol confidare qualche carica e che rare
volte s’inganna nel giudizio che fa delle persone. Leggansi i suoi Discorsi sulla
224
prima deca di Livio, lib. I, cap. 48 .
225
Senof[onte], pag. 691, edizione di Wechelio dell’anno 1596 .
e
222 Cfr. Plutarco, Aristide, XXII, 1 e Petit, Leges Atticae, cit., libro II, titolo III, De civibus
aboriginibus et adscititiis, pp. 125-138.
223 Il passo che segue è una parafrasi da Montesquieu, Esprit des lois, II, 2.
224 N. Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, I, 48: «Il popolo, se s’inganna de’
generali, de’ particulari non s’inganna»; in realtà tale frase rappresenta la conclusione del
capitolo precedente, intitolato Gli uomini, come s’ingannino ne’ generali, ne’ particulari non
s’ingannano, cfr. Machiavelli, Discorsi, cit., I, 47.
225 Xenophontis, quae extant opera graeca multo quam antea castigatius edita, Francofurti, Apud A.
Wecheli, 1696, cap. I, par. 3, la citazione viene da Montesquieu, Esprit des lois, II, 2, che cita a
sua volta Dionysii Halicarnassei Scripta, cit.
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- Page N°:128
- Publication:
- Author:Gaetano Filangieri