LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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senza distinguere chi li uccide. Una ma|teria combustibile, solfurea ed
elastica, eguaglia il più debole al più forte e il più coraggioso al più vile.
L’oggetto istesso della guerra è diverso. Una volta le nazioni si
armavano per distruggere, o per fondare i regni, o per vendicare i dritti
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naturali dell’uomo . Si combatte oggi per la presa di un porto, per la
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conquista d’una miniera, per l’esclusiva d’un atomo
o pel capriccio di
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qualche uomo potente . Queste guerre, per lo più fatte da lontano e
sulle acque dell’Oceano, sono meno sensibili alle nazioni. Quelle che si
fanno sulla terra ferma sono lente e rare. I nostri padri, senza truppa
fissa e mercenaria, erano in un continuo stato di guerra e noi oggi
siamo in pace in mezzo ad un milione e dugentomila uomini armati di
continuo. Uno spirito di permuta e di commercio agita la terra e da per
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tutto non si pensa ad altro che ad essere in pace ed arricchirsi . Chi
non vede qual diversità di princìpi deve produrre nel sistema della
legislazione questa prodigiosa rivoluzione nell’interesse, nell’indole e
nel genio de’ popoli? Che ne sarebbe oggi d’una repubblica, le leggi
della | quale bandissero, come in Sparta, l’oro e l’argento, proibissero
la navigazione ed il commercio, avvilissero l’agricoltura e le arti, ed
attaccassero un certo carattere d’infamia alla mercatura, alla mercatura
che altre volte contribuiva tanto alla decadenza degli Stati, ma che oggi
è divenuta il sostegno e l’anima delle nazioni? Che ne sarebbe oggi
dell’Inghilterra e dell’Olanda con queste leggi? Amsterdam e Roterdam
sarebbero allora nell’oceano quello che oggi sono nel Mediterraneo
Tunisi ed Algieri; quello che furono un tempo i Danesi e gli antichi
abitatori della Norvegia; quello che furono nell’America i filibustieri; e
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Sono le medesime parole di Raynal, Histoire philosophique et politique, cit., tomo III, libro VI,
cap. I, p. 2 (Goggi 1976).
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Nella prima edizione napoletana e in quella veneziana compare la parola “atomo”. In quella
pubblicata a Milano, presso Giuseppe Galeazzi, 1784, p. 156 “attomo”. Potrebbe però trattarsi
di un refuso per “aromo” (aroma) – come è stato suggerito (Goggi 1976) – nel senso indicato
nel Piano ragionato dell’opera, relativamente al contenuto del libro II, p. 26: «il commercio
esclusivo d’un aromo».
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Si tratta di una parafrasi da Raynal, Histoire philosophique et politique, cit., tomo III, libro VI,
cap. I, pp. 3-4 (Goggi 1976).
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Si veda ancora Raynal, Histoire philosophique et politique, cit., tomo III, libro VI, cap. I, p. 3
(Goggi 1976).
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Dettagli
- Page N°:136
- Publication:
- Author:Gaetano Filangieri