Gaetano Filangieri

LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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nazioni, è rimasta sempre l’istessa circa quella parte de’ suoi precetti
che influiscono su i costumi; malgrado, io dico, tutte queste cause, il
carattere, il genio e l’indole delle diverse nazioni europee non si
rassomiglia; ci si osserva ancora una differenza, se non così grande
come vi era tra quelle degli antichi popoli de’ secoli eroici, i quali non si
avvicinavano che per uccidersi, almeno tale, che basta per non poter
essere trascurata dal legislatore e per dover avere una grande influenza
nello spirito delle loro legislazioni.
Io non cerco la causa di questa differenza, ne osservo solo gli effetti.
Io veggo, per esempio, ne’ Francesi una nazione vivace, attiva, facile
all’invenzione, raffinata nel gusto, che ha nella sua vanità uno sprone
incredibile per le arti e per le manifatture; questo mi basta per dedurne
che in questa nazione, più che in ogn’|altra, la legislazione deve
incoraggiare l’agricoltura, l’arte penosa della quale, lontana da tutto ciò
che può lusingare la vanità, ha bisogno in Francia, più che in qualunque
altra nazione, di un soccorso particolare delle leggi per non essere
abborrita e trascurata. Senza un forte incoraggiamento le manifatture e
le arti di gusto fioriranno sempre in questa nazione; essa darà sempre il
tuono alla moda; essa deciderà della maniera colla quale gli Europei
debbano vestirsi, ornarsi, addobbare le loro case, deformare fino le loro
femmine, le quali perdono nelle caricature della moda quella bellezza
che la natura non permette che si ritrovi fuori della semplicità. Tutto
questo si otterrà da’ Francesi senza un forte incoraggiamento; ma senza
un forte incoraggiamento le loro campagne resteranno deserte, esse
languiranno, come languiscono, per difetto di coltivatori. Se il gran
Colbert avesse conosciuta questa verità, egli non avrebbe sacrificata
l’agricoltura alle arti; promovendo la prima, avrebbe combinati i
vantaggi dell’una e delle altre, e la gloria del suo ministero non sarebbe
ancora indecisa.|
Dando un passo fuori della Francia, verso il Mezzogiorno, io trovo
diverso genio, diversa indole ed un carattere tutto diverso.
Io veggo nello Spagnuolo una certa onestà, che risplende ne’ suoi
discorsi, nelle sue amicizie, che si palesa nella sua maniera di
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