LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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mutato, Catone, Bruto, Cassio, Antonio, e tanti altri diedero questo
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fatale esempio al mondo?
Io non la finirei mai se volessi passare sotto rivista tutti gli effetti
che Montesquieu attribuisce al clima, ma che in fatti la ragione e
l’esperienza ci obbligano ad attribuire ad altre cause, se non in tutto,
almeno nella più gran parte da esso indipendenti. Il lettore potrà
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dirigersi all’opera celebre del signor Hume , il quale ha saputo colla
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vastità delle sue cognizioni e colla profondità dei suoi raziocini
disingannare il pubblico da questi paradossi a’ quali l’eloquenza e le
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grazie epigrammiche
di Montesquieu avevano data un’aria di verità.|
Ma siccome gli estremi sogliono esser sempre viziosi, io credo che
questi due autori celebri sieno egualmente condannabili, l’uno per aver
dato troppo al clima, l’altro per avergli tutto negato. Scegliendo la via di
mezzo, io mi contento di dire,
I - che il clima può influire sul fisico e sul morale degli uomini,
come causa concorrente, ma mai come causa assoluta;
II - che la sua influenza è sensibile, è grande ne’ climi forti, cioè in
quelli che sono o estremamente caldi o estremamente freddi; ma che
appena si può discernere ne’ climi temperati;
III - che non è la sola posizione d’un paese riguardo al sole quella
che ne deve determinare il clima;
IV – che, qualunque sia la forza della sua influenza, questa non deve
essere trascurata dal legislatore, il quale deve riparare agli effetti del
clima, allorché sono perniciosi; deve profittarne allorché sono utili;
deve rispettarli, allorché sono indifferenti.
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[D. Hume,] Essais Moraux [et politiques, traduits de l’anglois, Amsterdam, chez
Schneider 1754], Essai 24 [Les caractères des Nations, pp. 414-442], e leggasi
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l’Esprit di Elvezio in tutta l’opera e particolarmente nel discorso III .
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N: diedero questo fatale esempio al mondo, V: diedero al mondo questo fatale esempio.
Filangieri possedeva gli Essays di Hume in traduzione francese.
N: epigrammiche, V: epigrammatiche.
C.H. Helvétius, De l’esprit, nell’edizione di Amsterdam et Leipsick, Akstée et Merkus, 1764.
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