LA SCIENZA DELLA LEGISLAZIONE - I
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raccolta immensa, a questo mosaico di centomila pietre di diversi colori
accozzate senza ordine e senza proporzioni, si è dato il nome di
giurisprudenza. Nel tempo della nostra maturità noi non abbiamo fatto
altro che moltiplicare il numero di queste pietre. La massa è cresciuta in
volume ed in deformità.
Questi sono i monumenti innalzati alla giustizia presso la maggior
parte de’ popoli dell’Europa e questa è l’indifferenza colla quale i loro
governi han messo mano al grand’edificio della legislazione. Qual
meraviglia, dunque, che la loro prosperità sia stata così precaria e che la
loro maturità sia stata seguita così presto da una decrepitezza che gli
avvicina alla morte?|
Popoli, non disperate: il tempo di riparare a questo difetto, di
supplire a questa negligenza, non è ancora interamente scorso. Se i
vostri governi han lasciato passare la stagione più propria e più
opportuna per la vegetazione di questa pianta salutare della
legislazione, sappiate che la saviezza, il zelo ed i talenti di coloro che
oggi li compongono, i soccorsi che la filosofia ha loro dati, i libri
luminosi che sono comparsi su tutti gli oggetti che interessano la
felicità pubblica, la prevenzione istessa del volgo contro i disordini che
oggi esistono e contro la giurisprudenza che ci priva di proprietà e di
sicurezza, formano un concorso di circostanze così favorevoli per la
rifazione de’ vostri codici, che non si sarebbero sicuramente incontrate
prima di questo tempo. Se i governi vi si determinano, se essi vogliono
profittarne, se non sdegneranno di chiamare in soccorso la ragione e i
suoi ministri per questo lavoro, le loro ommissioni, la loro antica
oscitanza, la perdita d’un tempo più opportuno sarà sicuramente
compensata al centuplo; voi non vedrete soltanto la vostra decrepitezza
sparire, ma ac|quisterete col vigore della gioventù la speranza istessa
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dell’immortalità .
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Io potrei a questo proposito dire ciò che Demostene disse agli Ateniesi per
indurli a non disperare nell’infelice loro situazione. «Ateniesi», disse egli, «non
disperate, io vi prego, riflettendo sulla vostra sorte presente per quanto
funesta possa questa apparire agli occhi vostri. La causa istessa delle vostre
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- Page N°:172
- Publication:
- Author:Gaetano Filangieri