Cesare Beccaria

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ditone di chi l't commette . To tremo per
r Aurore di cotesta proposizione , e sti­
mo affatto superfluo star qui a rispon­
dere , e notare" la sua assurdità, c la
stia mostruosità « Dirò solamente , che
ella tende a levare ogni rimorso di co­
scienza , anzi anche tutti i doveri di
Natura, e di Religione . Chi mai igno­
rava , che i Sovrani non devono calco­
lare la misura delle pene , colla quan­
tità di male fatto alla Società^ Ma „
non si dà vero delitto , senza malizia ;
altrimenti bisognerebbe, che si punis­
sero anche le case che rovinano , gl*
incendi, le inondazioni, i sassi, il fuo­
co , e le acque . Che morale degna d’
uno Spartano, e d'uno Spirito Forte
dei nostri di' f
Ma ecco un’ altra dottrina , per cer- Auro«r.
to riguardp , peggiore ancor della pri-
ma : Altri misurano i delitti ( die’ c- n dtuc
gli (£) ) colla dignità della persona of- Pnee*
Jjj{*
,
fesa , senza considerarne /’ importanza ,
riguardo al ben pubblico , e vi aggiugne i.
immediatamente questo sacrilego sofis­
ma : se questa fosse la vera mrsura dei
delitti, una irriverenza all’ Essere de-
gli Esseri dovrebbe più atrocemente pu­
nirsi , che /’ assassinio d’un Monarca y
la superiorità della natura essendo un
infinito compenso alla differenza dell*
Offeso,

Tomo III,
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D
Non

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  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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