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come suppone, ed equivoca il nostro
Autore ; ma semplieemenre come disub
bidiente ai suoi legittimi Giudici in ma
teria grave, e come uno, che nega sfac
ciatamente, e sacrilegamente la verità
conosciuta , ed impedisce così il corso
della Giustizia , la quale per prudenti ,
e misericordiosi riflessi , non vuole far
morire nessuno , se prima da sè stesso
non ha confessato i delitti , dei quali è
convinto. E così si scioglie perentoria
mente il capriccioso Dilemma. La ri
sposta farà fastidio; ma non si pub fare
altrimenti.
Se il delitto è certo, non gii conviene
altra pena, che la stabilita dalle Leggi r
Distinguo : non conviene altra pena al
delitto, per cui il Reo è fatto degno di
morte; Io concedo; al Reo, lo nego ^
Più chiaro non conviene altra pena al
Reo, Distinguo: come reo del supposto
certo , e provato delitto , lo concedo ;
come reo di altro delitto, di quello cioè
di grave disubbidienza contro i suoi le
gittimi Superiori, e come spergiuro , c
per i giustissimi riflessi della Giustizia ,
di sopra accennati, Io nego,
Si veda ora se non ho detto con ra
gione, che deve rincrescere ad un uomo
onesto rispondere a certi Argomenti in
una forma tanto abborrita; ma come
dobbiara noi fare a convincere certa gen
te,
Dettagli
- Page N°:84
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria