Cesare Beccaria

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m o che gli avesse fatta una grave offe­
sa , coi timore di più , che T offensore
facesse poi di peggio;
lascierebbe egli
dico, impunito un cale uomo, sul rifles­
so, che il. male già fatto è senza rime­
dio , fatto privatamente, e noto a luì so-
ioì Lascio i scherzi, cd avvento, che
co testa difficoltà non è tanto contro 1 ’
uso dell a Tortura, che contro la neces­
sità di punire generalmente tutti i de­
litti . Comunque sia ; rispondo, che è
da frenetico l’affermare, essere cosa inu­
tile , che si accerti il delitto di un reo ,
che sta sepolto nelle tenebre dell’incer­
tezza ; e parlo così, perchè in questo luo­
go l’incertezza è immaginaria, e non fa a
proposito ; perchè un delitto da Tortu­
ra non è mai del tutto privato; altri­
menti uno scellerato non potrebbe, e
non dovrebbe esser mai punito; e per­
chè ancora s u b ito, che la cosa è in ma­
no della Giustizia, ella deve giudicar­
ne, e giudicarne pubblicamente ; mentre
si suppone sempre, che dei delitti i più
privati, né siano partecipi gli accusatori,
i Ministri alti, e bassi della giustizia ec.
Quanto poi a quella massima del N. A.
oltre a quello, che ho accennato, deve-
ognuno persuadersi, che se dovesse essere
adottata dai Giudici , 1 non dovrebbero
più condannare nessuno , perchè i gran
delitti quasi tutti seguono privatamente.

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  • Page N°:88
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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