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le ci fa vedere, che gli uomini temono
i gastighi a proporzione, che questi ca
gionano una più pronta , e più doloro
sa distruzione del nostro individuo. AI
più ai più potrà seguire , che qualcuno
si abbandoni alla disperazione nell’ at
ro di dover subire un atroce supplicio;
ma prima-,, e fuori di tali circostanze ,
penserà ad essere tanto più cauto nel com
mettere qualche delitto, quanto sarà più
atroce il supplicio che temerà ; e nessu
na educazione, nò veruna Filosofia han
no mai potuto ottenere, che gli uomi
ni , massime gli scellerati, arrivino a san
gue freddo a temere meno una morte
•atroce , che una morte poco tormentosa ,
ed e impossibile che naturalmente vi pos
sano arrivare. Il timor della morte
vale quanto V utilità della vita.
Nella stessa accennata pagina (a) di
ce che uno spettacolo troppo atroce per
V umanità , non può essere che un pas
seggierò furore , ma non mai Un sistema
costante, quali devono esser le Legg: : e
poi ripete di nuovo*: che se veramente
sono crudeli , o si cangiano, o /’ impu
nità •fatale' nasce dalle stésse Leggi,
•Qui non dirò niente'di quel passeggie
rò furore ; noterò solamente, che nessuno
dubita , che la pena di morte non sia un
dolore, anzi un atto crudele; ma- noi
cerchiamo se la m onche si fa soffrire ai
rei,
At.r**
Dettagli
- Page N°:162
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria