Cesare Beccaria

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che privo dì libertà egli abbia ancor1 1
tali relazioni e tal potenza ? che inte­
ressi la sicurezza della Nazione ; quan­
do la .sua esistenza possa produrre una
rivoluzione pericolosa nell a forma di Go­
verno stabilita . Ma qui P A. si dà, co­
me dice il proverbio, la zappa su i pie­
di, e distrugge'tutte le imputazioni di
crudeltà e d’ingiustizia che dà temera­
riamente ai Sovrani ed alla Chiesa , ri­
guardo aila pena di morte.
Anche nella pagina sessantesimaterza
•s i oppone contro la gente la più. ostinata
del mondo , voglio dir contro i fatti c
contro l’esperienza, perchè insegna, che
non è V intensione .della penache fa
il maggior effetto sull9animo umano, ma
T estensione di essa ; perche ( sogai: •,ne )
la nostra sensibilità è più facilmente e
stabilmente mossa da minime, ma replica­
te impressioni, che da un f orte , ma pas­
seggierò movimento. Primieramente co-
testo non è il caso del timor della mor­
te*, e poi è chiaro che si danno delie
pene o dei timori, che quand’anche du­
rassero mille Secoli, non potrebbero u-
guagliarc'collaloro estensione l’rnrension
dell?, pena di morte. Infinite minime re­
plicate impressioni non-atterreranno mai
una gran Torre, che un quantunque pas­
seggierò , ma forte Fulmine, rabbatterà..
Si reda qui adesso 1 ’ esempio d’ uno
.di

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  • Page N°:166
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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