Cesare Beccaria

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morie ; che gli uomini veggo» sem-
t in una oscura lontananza . La dis­
lalia de l N. A. si è , che gli uomini
zeggon meglio i aspetto della morte,
benché sempre in una oscura lontanane
za, che quella lunga e misera condizio-
nc, benché la sua veduta sia spessissimo
ripetuta; il che tanto è vero, che per
uno che se ne trovi che commetta un
delitto reo di morte, se ne trovano
cento che fanno delle iniquità degne d’
un remo, quantunque ci voglia manco
ad astenersi dal commettere uh delitto
reo d i morte , che uno meritevole del­
la galera solamente.
pagina (a) e vi trQvo subi-
to un nuovo equivoco , ed è come se­
gue: Za pena di morte fa un*impres­
sione , che colla sua forza non.supplisce
alla pronta dimenticanza naturale ali*
uomo, anche nelle cose più essenziali ,
ed accelerata dalle passioni. Ho chia­
mato cotesto un equivoco , perchè nulla
importa che 1 ’ uomo non ritenga con­
tinuamente presente alia memoria la pe­
na dovuta agli scellerati, perchè basta che
vi rifletta allorché sentesi tentato a com­
mettere qualche delitto. Per altro c*
insegnano tanto la ragione che T espe­
rienza , che ci raffrena più dal commet­
tere un delitto la memoria e la rappre­
sentazione della morte infame, che avre­
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  • Page N°:168
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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