Cesare Beccaria

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>g ge pretende ispirarci ; ma 3o-
^sose resta il terrore, .e più non
,nèla compassion, nè lo sdegno.,
na d i morte dunque ottiene il suo
o, c 1*ottiene assai più delle pene
erare, quantunque in questa il sen­
ato dominante sia il tcrror saluta-
• ,i i quale nondimeno non è solo ,
jm e s i pensa 1 *A. ma accompagnato
ncor questo da proporzionato sentimen­
to d i compassione c di sdegno . Quin­
d i concludo , che se avviene nel primo
caso ciò che succede in un Dramma ,
( come scherzando dice l*A. ) cioè che /’
avaro torna al suo scrigno ec. con assai
minor ripugnanza vi tornerà nel secondo.
Voglio credere nondimeno , che ab­
bia scritto -tutto quell’ Articolo per
ischerz.0 , come penso -che faccia ancor
^varraJ?f 1C 11 .se§uente M dove dice, che se le
passioni o la necessità della guerra ban­
ao n insegnato a spargere il sangue uma­
no , le Leggi moderatrici della condotta
degli uomini non dovrebbono aumentare
il fiero esempio tanto più funesto , quan­
to la morte legale è data con istudio y
e con formalità . Attribuisco a voglia
di scherzare anche quelle altre sue pa­
iole con cui, come ho già riportato,
dice che gli pare un assurdo , che le
Leggi che sono /’espressione della pub­
blica volontà, che detestano e puniscono
J'

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  • Page N°:170
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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