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Come mai quest’ Au lv
porlo e di sperarlo, Egli ^
Staro (a) , che chiunque leggerà co. r
chio filosofico i Codici delle Nazioni e
t loro Annali , troverà quasi sempre i
monit di Vizio e dì Virtù, di buon Cit
tadino o d: reo cangiarsi colle rivolu
zioni dei Secoli , non in ragione delle
mutazioni che accadono alle circostanze
doi F'aesi , e per conseguenza sempre
conformi all* interesse comune, ma in ra
gione delle passioni e desili errori che
successivamente agitarono : differenti Le
gislatori ì Come combinerà il N. A,
questo suo discorso coll’altro ? Ma ri
torniamo al primo .
Dopo quella fa quest’ altra interroga
zione : Q<saiì sono i sentimenti di ciascu
no sulla pena di morte ? e risponde :
Leggiamoli negli atti d' indegnazione e
di disprezzo, con cui ciascuno guarda il
carnefice, che c pure un innocente esecu
tore della pubblioavolontà, un buon Cit
tadino , che contribuisce al ben pubblico
lo stromeniù necessario alla pubblica si
curezza al di dentro, tcome i valorosi sol
dati al di fuori : così 1 * Autore
M a
non si può resistere a tante impertinenti
sciocchezze. Quel disprezzo e quell’ir^.
degnazione sono bensì moti naturali, mr
non atti riflessi, come sono quelli co
Dettagli
- Page N°:173
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria