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ti, quanto lo sono state tra i. Romani,
.che il N. A. ci propone per modello
con tanta pompa. E' una manifesta ca
lunnia finalmente, che adesso si gettino
rconfusamente, come dice^ V A. , nella
stessa caverna gli accusati e i convinti.
Pretenderebbe forse che si fabbricassero
tante prigioni , quanti sono i differenti
-delitti e i differenti Accusati?
Una pretensione del N. A. assai più
stravagante di quello sembri che sia V
. accennata si è quella, con cui non vor-
. rebbe che gli scellerati fossero puniti do
vunque commettono .qualche delitto, ma
solamente nei. luogo dove sono sudditi.
Pa„ Ma. è meglio ascoltare lo stesso A. Al-
^ cimi hanno- sostenuto ( dice (a)') che in
qualunque luogo commettasi un delitto^,
. cioè un’ azione contraria alle Leggi, pos
sa essere punito ; quasi che il carattere
di suddito fosse indelebile . cioè sinoni-
mo , anzi peggiore di quello di Schiavo ;
quasi che uno potesse esser suddito di un
Dominio , ed abitare in un altro, e che
le dì luì azioni potessero senza contrad
dizione esser subordinate a . due Sovrani
e a due codici sovente contraddittori. Al
cuni credono parimente ( seguita a dir 1 ’
A .) che uni azione, crudele, fatta per e-
sempio a Costantinopoli, possa esser pu
nita a Parigi per L astraita^ ragione
che chi offende f umanità, merita di ave-
rèi
Dettagli
- Page N°:186
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria