Cesare Beccaria

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lare di questa utilissima Scienza dei pò­
chi , cd accusarla dei difetti tanto abbor­
dò e dileggiati della Scolastica .
• Tq secondo luogo, dato ancora che la
probabilità dei delitti'stia in ragione iri-
tfd''ìsa della loro atrocità , nego che si
debba scemare il tempo delle prove e
crescere quello della prescrizione, come
•vorrebbe T A. , •
e sostengo che anzi il
rempo delle prove dev’essere prolunga­
to cd accresciuto di vantaggio, appunto
perchè si suppone , che il tempo delie
prove non deve avere altra misura che
quella deila difficoltà di poter provare
un dato delitto,, e i’ importanza che vi
] può essere nella sua scoperta e nella sua
verificazione . Quanto poi all’ accresci­
mento della prescrizione , nego che i de­
litti atroci abbiano o meritino veruna
prescrizione, toltone quella che potreb­
be far godere ài medesimi la grazia e
la clemenza del Principe; ed allora
non si potrebbe chiamare prescrizione,
se non abusivamente,
In terzo luogo non è vero, che la
sicurezza dei beni non sia un diritto di
natura , ma solo di società . I beni in
certo grado ci sono egualmente necessari
che la vita, perchè senza certa porzio-
' ne di beni si morirebbe di fame o di
freddo ; dunque s’ è naturale il diritto
alla sicurezza della propria vita, lo sa­

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  • Page N°:197
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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