Cesare Beccaria

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rà del pari quello della propria roba .
Di più, relativamente alla Società, tan­
to potrà esser nostra la roba che la vita .
E*' falso finalmente ciò che dice 1\À.
che gli uomini non trovino ugualmente
fjci loro cuori il sentimento, che non si
deve toccare la roba altrui , e quello
che non si deve loro levar la vita. Non
sono le leggi della Società che ci vieti­
no l’abusarci dei beni altrui, ma la Leg­
ge di Natura; la Società non è che la .
custode d’una tal Legge. Se 1’uomo
non avesse un diritto naturale alle pro­
prie sostanze, dunque un uomo che vi­
va separato da qualunque Società, po­
trà essere spogliato impunemente ed im­
peccabilmente di tutto il suo. Questa
si è una conseguenza drittissima di quel
principio del N. A ., principio per al­
tro che menato buono non proverebbe,
nè che la probabilità dei delitti sia in
ragione delia loro atrocità , nè che a
simili delitti si debba scemare il tempo
delle prove , cd accrescere quello dell’
abusivamente chiamata prescrizione de­
gli stessi delitti atroci.
Vediamo adesso le pessime e scanda­
lose conseguenze, che il N. A. ha de­
dotte dai soprannotati suoi principi, là
dove parla dei delitti di prova difficile . pe,de - .
Vi sono alcuni delitti ( comincia a ài-tbtidi
re ) che sono nel medesimo tempo ftcqucn- *,#*//*.
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  • Page N°:198
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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