Cesare Beccaria

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ita la credenza d i m olte fa lse d ì-
ì prim i errori d e W um a n ità y sicco-
è degna d i censura anche quest’altra
con cui afferma (<) 7
proposizione
»furono benefattori d e g li uomini quel-
3 che osarono so rp re n d e rli, e strascina-
ono agli a lta ri la docile ignoranza.
Continuando 1 ’ A. 1 ’ incominciato‘ di­
scorso viene a fare questa eccezione . Ma
non parlo ( die’egli ) d i quel popolo elet­
to^ da D io , a cui i m iracoli p iù straor­
dinarj ^ e le g ra z ie p iù segnalate tenne­
ro luogo d e ll' um ana politica . Non sem­
bra qui che il N. A. abbia voluto imi­
tare, anche circa il metodo di contrad­
dirsi , i due Filosofi unicamente lodati
in questo suo libro ? Ma se crede sin­
ceramente che il Popolo Cristiano sia
il popolo eletto da Dio ugualmente,
che quell’ antico d i
cui 1 ’ A. qui pan­
ia j come dunque ha potuto censurarne
con tanta atrocità le Leggi , i costumi,
c la Politica? Se il Cristianesimo è
opera di Dio, perchè dunque afferma­
re che la Religione di questo Popolo
non influisce niente negli Stati , ec.
Cosa mai ( di grazia ) vogliono signi­
ficare simili incoerenze di questo Scrit­
tore ?
Fatta quella protesta segue incontanen­
te così. Ma come è proprietà dell' erro­
re di sottodividersi all' infinito ] cos) le
scein*

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  • Page N°:224
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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