Cesare Beccaria

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si avrebbero dei Cittadini amanti del
buon ordine , e nemici d i tutte le tras­
gressioni che offendono la Società , e
•vedrcssimo degli allievi infinitamente pùi
perfetti e più utili a sè stessi , ed alle
medesime Società d i quelli d i Rousseau,
•che il N, A. non si vergogna d i pro­
porre a tutti per modelli , e per esem­
plari. Ma Iddio, solamente vi potrà dar
compimento , ed il Mqndo andera sem­
pre come deve andare, conforme là ri­
petono spesso molti , fors’ anche senza
che comprendano il vero difficilissimo
senso d i tali parole*! Io domandò scusa
adesso se m i sono troppo lungamente
trattenuto sopra un tale Articolo, e
passo tosto a mostrare quale sia fo,Cón­
ci astone del libro che vado a finir di
notare.
Il N. A. dunque conclude il suo li­
bro dei Delitti, e delle Rene con que­
sta gran riflessione; cioè, che là gran­
dezza delle Pene dev' essere relativa al­
do Stato della Nazione medesima ; sen­
za però che egli ci sappia dire niente
d i più preciso circa tal riflessione, c tal
massima,. Dopo ciò ci regala d’un Teo­
rema , prima però- d ’ avere premesso col­
la sua impegnata mordacità, che il L e­
gislatore il più ordinario delle Nazioniy
i l'Uso. Il Teorema poi è il seguen­
te, Per chi ogni pena non sia itnavto-
fa-
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  • Page N°:241
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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