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te necessaria i e quale la minima tra
tutte le possibili ec. Simili asserzioni
non sono manco indeterminate, nè man
co astrattele vaghe, di quei tanto ce
lebri comuni Dettati, che si deve far
tutto naturalmente : che non si deve far
nulla troppo : che dobbiamo■astenerci , e
soffrire : che la virtù consiste nel mezzo
di tutte le cose ; e d’altri mille, tutti
i quali non ostanti, ignoriamo tuttavia
in che consista il vero naturale ed il ve
ro mezzo, in cui consistono le virtù .
Tutte le cose sono per noi infinitamen
te grandi , e da noi infinitamente di
stanti. Noi ci troviamo come sopra le
tangenti dell’ immensa sfera del sapere ;
i più illuminati sono quelli che si pos
sono avvicinar più degli altri al punto,
c centro del contatto; - ma nessuno ha
mai . potuto toccar simile sfera di più
che in un sol punto. Tutti gli uomini
vissuti sin qui non hanno potuto avan
zare neppur un passo più in IV. Come
dunque pretende il N. A. esser giunto
dove non è stato lecito arrivare a nes
suno? Io mi vanterò sempre di non es
ser di quelli che credono, che Nuovo
sia sinonimo di Cattivo, e d’Impossibi
le ^ ma sostengo con tutto ciò, che il
riportato Teorema, ‘con cui'ha voluto
chiudere il suo Libro 1 *A. N. non con
tiene niente di nuovo, ma solo cose
imi-
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Dettagli
- Page N°:243
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria