Cesare Beccaria

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te necessaria i e quale la minima tra
tutte le possibili ec. Simili asserzioni
non sono manco indeterminate, nè man­
co astrattele vaghe, di quei tanto ce­
lebri comuni Dettati, che si deve far
tutto naturalmente : che non si deve far
nulla troppo : che dobbiamo■astenerci , e
soffrire : che la virtù consiste nel mezzo
di tutte le cose ; e d’altri mille, tutti
i quali non ostanti, ignoriamo tuttavia
in che consista il vero naturale ed il ve­
ro mezzo, in cui consistono le virtù .
Tutte le cose sono per noi infinitamen­
te grandi , e da noi infinitamente di­
stanti. Noi ci troviamo come sopra le
tangenti dell’ immensa sfera del sapere ;
i più illuminati sono quelli che si pos­
sono avvicinar più degli altri al punto,
c centro del contatto; - ma nessuno ha
mai . potuto toccar simile sfera di più
che in un sol punto. Tutti gli uomini
vissuti sin qui non hanno potuto avan­
zare neppur un passo più in IV. Come
dunque pretende il N. A. esser giunto
dove non è stato lecito arrivare a nes­
suno? Io mi vanterò sempre di non es­
ser di quelli che credono, che Nuovo
sia sinonimo di Cattivo, e d’Impossibi­
le ^ ma sostengo con tutto ciò, che il
riportato Teorema, ‘con cui'ha voluto
chiudere il suo Libro 1 *A. N. non con­
tiene niente di nuovo, ma solo cose
imi-
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  • Page N°:243
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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