Alessandro Maurini

Diritti dell‘uomo, diritti umani. Tra la storia dei diritti e i diritti senza storia
STORIA DEL PENSIERO POLITICO 1/2017
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dei diritti umani coincide qui in modo chiaro ed esplicito con un revi-
sionismo della storia dei diritti che va di fatto a coincidere, attraverso
lo scioglimento del nesso che lega i diritti dell’uomo del Settecento e
gli odierni diritti umani, con un suo drastico ridimensionamento per
il problema politico attuale, nonché conseguentemente con una di-
chiarata negazione della stessa storia dei diritti . È inevitabile che ciò
comporti una riflessione sull’uso e sull’abuso della storia, e più in ge-
nerale un ripensamento della storia e della sua funzione. Riflessione e
ripensamento a cui Moyn dedica in effetti molto spazio, e che sarebbe
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meritevole di un’attenta analisi , perché va senza dubbio a costituire
il motivo dei suoi attacchi alla ricerca del fondamento dei diritti nella
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storia . Attacchi, questi, che di conseguenza portano inevitabilmente
dritto verso un altro fondamento dei diritti umani, che non può più
evidentemente essere storico come sostenuto dalla storiografia sull’Il-
luminismo 52 . Un fondamento che Moyn individua nel cristianesimo,
definendo di fatto i diritti umani come Christian human rights 53 .
La negazione della storia dei diritti a cui conduce il revisionismo sto-
riografico di Moyn ha enormi implicazioni storico-politiche, perché ine-
vitabilmente la sua tesi non può che ignorare le lezioni di quella storia.
Si pensi alla lezione di Hannah Arendt sulla pericolosità della non-
politicizzazione e non-costituzionalizzazione dei diritti umani, peral-
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tro necessaria ma non sufficiente : non farne «una questione politica
pratica» e lasciarli nell’astrattezza li farebbe divenire la cenerentola del
pensiero politico del Ventesimo e Ventunesimo secolo, così come i
diritti dell’uomo «solennemente proclamati dalle rivoluzioni francese
e americana» lo sono stati per il pensiero politico del XIX e del XX
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secolo . E si pensi alla lezione di Rodotà sull’unico rimedio possibile
alla dispersione delle dichiarazioni dei diritti da parte dell’Occidente
tra l’Illuminismo e l’età contemporanea:
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Il codice di questa impresa ha un nome, e si chiama politica. I diritti sono deboli
quando diventano preda di poteri incontrollati, che se ne impadroniscono, li svuotano e
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Cfr. nota n. 28.
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Cfr. soprattutto D.M. McMahon, S. Moyn (eds.), Rethinking Modern European
Intellectual History, Oxford, Oxford University Press, 2014.
S. Moyn, On the Origins of Human Rights, cit.
Cfr. V. Ferrone, Storia dei diritti dell’uomo, cit., pp. VIII, 7.
Il riferimento è a S. Moyn, Christian Human Rights, cit..
H. Arendt, Le origini del totalitarismo (1951), Torino, Einaudi, 2009, p. 406.
Ivi, pp. 405-406.
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