Cesare Beccaria

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X ISO X.
fon voluti o non voluti, e che dovrcb-
bon volersi o non volersi nelle costitu­
zioni politiche delle umane società ; mac­
chine complicatissime, la più bella delle
quali, cioè la più felice non pub essere
che un capo d’ opera della piu profon­
da e più consumata sapienza delle divi­
zie e delle umane cose. Lo stile di quest’
Autore è laconico, fa più viaggio di
quel che pare, significa più di quel che
suona, c talora non significa ciò che
suona. Non è dunque per tute’ i let­
tori ; e chi non avesse V accorgimen­
to di contestare parte con parte , e d’
interpretarne le dizioni oscure ea equi­
voche colle chiare cd esatte, che^ in va-
rii-luoghi' adopra (a norma degli equis­
simi Canoni critici per gli stili di que­
sta sorta ) travierebbe di leggieri dal
senso e da’ sentimenti del nostro ano­
nimo
■:Di fatto, quantunque il di lui modo
id i pensare nelle materie politiche e mo­
rali sia agli antipodi del modo di pen­
sarne di Hobbes , contuttociò egli è com­
parso ad alcuni un Hobbesiano. Ecco­
ne per quanto sento le loro ragioni.
Dice l’Anonimo che lo stato di na­
tura è lo staro di guerra, e che ciascu­
no nello stato di natura è despota ; dun­
que, secondo il nostro autore, nello
stato di natura si può fa^c a chicchessia
ogni .

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  • Page N°:58
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  • Author:Cesare Beccaria
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