Cesare Beccaria

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e dei!’ ingiusto , del vizio c della virtù.
lo Ciò solo permette, che è lecito egli , permette ciò c ma ciò che un vieta che è dovere onesto, comanda è colpa, in perchè tutti per­ non i
sudditi , perchè lo comanda . Prescinden­
no nostro do del dai taccia Leviatan Anonimo patti morale , e le dalle azioni le nè morale pene arbitrarie umane stesse bontà. non volontà conve­ han­ Nei-
nute ne’ patti sociali, comandate dall a
pubblica autorità non lasciano di essere
ingiuste, perdono sono proporzionate il illecite titolo e di biasimevoli, cattive ai delitti , di , se crude­ c non non
li , d’ illegittime le leggi inutili, erro­
nee , dannose, benché volute dalla som­
ma potestà politica, e praticate dalia
Nazione. più luoghi 1 Chiama ’ umanità il , nostro la clemenza Autore , in la
beneficenza, non che l’innocenza, bel­
le, sublimi, divine virtù, qualificando
per necessaria conseguenza ogni contra­
rio effetto , ed ogni contraria condotta
con titoli diametralmente contrarii. E-
gli conosce adunque virtù e vizio, in-
dependentemente da ogni fatto e da ci­
gni legge degl'imperanti ; nè conosce
soltanto la reale essenza delle virtù e
dei vi^ii, ma venera ed ama le prime,
esecra e detesta i secondi, che vale a
•dire da tutto il contesto della sua ope­
ra
chè lo vieta ,

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  • Page N°:61
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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