Cesare Beccaria

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dèi fuoco , c deli’ acqua . Allora I’ in­
nocente sensibile si chiamerà reo, quan­
tormento risce per ; quel Ogni mezzo differenza ciò medesimo di far tra cessare essi , che spa­ si il
pretende impiegato per ritrovarla .
Questo è il mezzo sicuro di assolve­
re i robusti scellerati
di condannare
, e
i deboli innocenti. Ecco i fatali incon­
venienti di questo preteso criterio di ve­
rità, ma criterio degno di un Canniba­
le, che i Romani, barbari anch’ essi per
più di un titolo, riserbavano ai soli
schiavi , vittime di una feroce c troppo
lodata virtù. Di due uomini ugualmen­
te innocenti, o ugualmente rei, il ro­
busto cd il coraggioso sarà assoluto, il
fiacco cd il timido condannato in virtù
di questo esatto raziocinio =: Io Giudi-
,, cc doveva trovarvi rei di un tal de-
„ litto;* tu vigoroso hai saputo resistere
„ al dolore , e però ti assolvo : tu de-
,, bole vi hai ceduto , però ti condan-
„ no . -Sento che la confessione strap-
„ patafra i tormenti non avrebbe alcu-
ma io vi tormenterò di
„ na forza ;
„ nuovo, se non confermerete ciò che
3 , avete confessato
.
L’ esito dunque della Tortura è un
* affare di temperamento' e di calcolo ,
che varia in ciascun uomo in propor­
zione della sua robustezza, c della sua
do egli creda con
scn-
/

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  • Page N°:200
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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