Cesare Beccaria

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^lilialmente vede vittime della pròpria'
inavvedutezza , gli fa una impressione
assai più forte, che non lo spettacolo di
un supplizio, che
non Io corregge .
òulite la pena di morte per e-
Non
sempio di atrocità , che dà agli uomini.
Se le passioni, o la necessità della guer­
ra hanno insegnato a spargere il sangue
limano, le legai moderatrici della con­
dotta degli uomini non dovrebbono au­
mentare il fiero esempio , tanto più fu­
nesto, istudio ,' quanto e con la formalità. morte legale Parmi è data un con as­
surdo, che le Leggi, che sono' 1 ’ espres­
sione della pubblica volontà, che detesta­
no e puniscono l’omicidio-, nc commet­
tano uno esse medesime, e per allontana­
re i Cittadini dall’ assassinio, ordinino
un pubblico assassinio. Quali sono leve-
re e le più utili leggi ì Quei patti, e
quelle condizioni, che tutti vorrebbono
osservare e proporre, mentre tace la vo­
ce, sempre ascoltata, dell’interesse pri­
vato, o si combina con q^xHo del pub­
blico . Quali sono i sentimenti di ciascu­
no sulla pena di morte? Leggiamoli ne­
gli atti d’ indignazione e di disprezzo y
con cui ciascuno guarda il carnefice,,
che è pure un innocente esecutore del­
ia pubblica v o lo n tàu n buon Cittadi­
no , che contribuisce al ben pubblico, lo
-Tomo I.
lo indurisce più che
E
stro-

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  • Page N°:229
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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