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dito . Questa verità sembrerà dura s $
chi vive nel disordine del sistema crimi
nale , dove il perdono e le grazie sono
necessarie in proporzione dell’assurdità
delie leggi e dell’atrocità delle condan
ne . Questa è la più bella prerogativa,
del Trono; questo è il più desiderabile
attributo della Sovranità.,, c questa
tacita disapprovazione, che i benefìci
dispensatoci delia pubblica felicità danno
ad un Codice, che con tutte le imper
fezioni ha in suo favore il pregiudizio
corredo de’ secoli d’infiniti , il voluminoso Commentatori, ed imponente il gra
ve apparato dell’ eterne formalità, e 1 ’
adesione de’ più insinuanti e meno te~
znuti semidotti. Ma si consideri che la
clemenza è la virtù del Legislatore, e
non dell’ esecutore delle Leggi, che de
ve risplendere nel Codice, non -già nei
giudizii particolari , che il far vedere'a-
rgli uomini , che si possono perdonare
delitti , o che Ja pena non ne è la ne-’
«cessarla conseguenza , è un fomentare la
lusinga dell’ impunità , è un far crede
re, che potendosi perdonare, le condan
ne non perdonate sieno piuttosto violen
ze della forza, che emanazioni della giu
stizia. Che dirassi poi quando il Prin
cipe dona le grazie, cioè la pubblica si
curezza ad un particolare, e che un at-
.privato di non illuminata beneficen
«
za
Dettagli
- Page N°:245
- Publication:
- Author:Cesare Beccaria