Cesare Beccaria

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dito . Questa verità sembrerà dura s $
chi vive nel disordine del sistema crimi­
nale , dove il perdono e le grazie sono
necessarie in proporzione dell’assurdità
delie leggi e dell’atrocità delle condan­
ne . Questa è la più bella prerogativa,
del Trono; questo è il più desiderabile
attributo della Sovranità.,, c questa
tacita disapprovazione, che i benefìci
dispensatoci delia pubblica felicità danno
ad un Codice, che con tutte le imper­
fezioni ha in suo favore il pregiudizio
corredo de’ secoli d’infiniti , il voluminoso Commentatori, ed imponente il gra­
ve apparato dell’ eterne formalità, e 1 ’
adesione de’ più insinuanti e meno te~
znuti semidotti. Ma si consideri che la
clemenza è la virtù del Legislatore, e
non dell’ esecutore delle Leggi, che de­
ve risplendere nel Codice, non -già nei
giudizii particolari , che il far vedere'a-
rgli uomini , che si possono perdonare
delitti , o che Ja pena non ne è la ne-’
«cessarla conseguenza , è un fomentare la
lusinga dell’ impunità , è un far crede­
re, che potendosi perdonare, le condan­
ne non perdonate sieno piuttosto violen­
ze della forza, che emanazioni della giu­
stizia. Che dirassi poi quando il Prin­
cipe dona le grazie, cioè la pubblica si­
curezza ad un particolare, e che un at-
.privato di non illuminata beneficen­
«
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  • Page N°:245
  • Publication:
  • Author:Cesare Beccaria
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